Per comprendere meglio il significato della parola Μητις, prendiamo in esame la figura di Ulisse, rappresentata con grande coerenza nei due poemi omerici. Guerriero destro e robusto, prode nella battaglia, egli eccelle per sagacia e per scaltrezza.
Nel libro terzo dell’Iliade Ulisse viene così presentato da Elena: “E il figlio di Laerte, l’accorto Odisseo, che crebbe tra le genti della rocciosa Itaca e conosce ogni sorta di inganni e di sottili pensieri” (vv. 200-202). Quindi di Ulisse vengono messe in risalto l’intelligenza sempre in agguato e l’astuzia prudente, unite all’inganno che nell’Odissea non appare cosa vergognosa, anzi, viene annoverato dallo stesso Odisseo tra le sue qualità, quando nella reggia di Alcinoo attribuisce a sè stesso l’ingegnosa trovata del cavallo di legno usato come inganno.
La scaltrezza si accoppia sempre con la sagacia, che gli permettono, anche nelle situazioni più difficili, di non soccombere.