Atena Parthenos

La statua crisoelefantina raffigurante Atena Parthenos (“Atena la vergine”) fu scolpita da Fidia nel 438 a.C., anno in cui raggiunse il culmine della sua fama. Alta oltre 12 metri, era collocata nella parte anteriore del Partenone, il tempio principale dell’Acropoli di Atene che proprio da essa prese il nome. Della statua rimangono solo delle copie in scala molto ridotta e qualche raffigurazione su gemma.

Costruita solo pochi anni dopo e con gli stessi materiali della Statua di Zeus a Olimpia,si tramanda che la statua fosse di dimensioni tali che per la sua costruzione occorse oltre una tonnellata d’oro (più precisamente 1137 kg); il costo totale fu di 750 talenti, il corrispondente del salario annuo di 12.750 lavoratori.

La statua è descritta dallo scrittore greco Pausania nel primo libro della sua Periegesi della Grecia (I. 24, 5-7).

La statua di Atena era ritta in piedi e vestita come una guerriera, indossava un elmo e un pettorale ed era dotata di lancia e scudo.

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Ricostruzione della Atena Parthenos

Dalle piccole copie sopravvissute è possibile ricostruire l’aspetto della statua: sul braccio destro della dea, sostenuto da una colonnetta, si trovava la dea Nike, che simboleggiava le molte vittorie conseguite, mentre il sinistro reggeva una lancia e poggiava su uno scudo, ornato sul lato esterno dalle scene di amazzonomachia e su quello interno da una gigantomachia. Tale scudo aveva un diametro di quattro metri, e nascondeva il serpente Erittonio, sacro ad Atena. I sandali rappresentavano scene di centauromachia. Le decorazioni della statua riprendevano insomma quelle del fregio del tempio che l’ospitava.

La dea indossava il peplo, contraddistinto da pieghe profonde, chiuso con una decorazione che rappresentava Medusa, e l’egida, l’armatura che spesso è presente nelle sue raffigurazioni, ornata al centro dalla testa di una Gorgone. Sopra la testa si trova un elmo crestato con un cavallo raffigurato sopra di esso. Sui tre cimieri si trovano anche una sfinge, che rappresenta la grande sapienza degli Egizi, e dei grifi alati.

 

Bibliografia

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