Il simposio

I simposi narrati da Omero, in cui i partecipanti venivano invitati a bere seduti a un desco, rischiano di fare una ben magra impressione se paragonati al lusso delle mense che si diffusero in Grecia soprattutto a partire dalla seconda metà del VII a.C.: fu allora che si cominciò ad adagiarsi sulle κλιναι per bere nel gaudio comune.

1024px-eurytios_krater_louvre_e635_n1Cratere a colonnette corinzio 600 a.C., Musèe du Louvre, Parigi

Possediamo un buon numero di rappresentazioni vascolari della prima metà del VI secolo a.C. che ci illustrano nel modo più chiaro la pompa di tali simposi: le κλιναι intarsiate, le coperte frangiate raffinate opere di tessitura, il tavolo a tre gambe con zampe di leone, sotto i tavoli i cani da caccia, orgoglio dei padroni e status-symbol.

La necessità, come già ricordato prima, di trovare un giusto equilibrio tra l’esibizione del proprio oλβος e la dimostrazione delle proprie capacità fisiche nelle imprese gloriose, ci viene indicato nelle scene di simposio dalle armi da guerra e da caccia che appaiono al di sopra dei bevitori distesi sulle κλιναι: vi si riconoscono corazze, elmi, scudi, lance, archi e faretre.

Infine, a diletto dei convitati, si vedono strumenti musicali e  cortigiane, le quali non sono delle prostitute, ma si tratta di specialiste dalle molteplici competenze, esperte nelle τεχναι dell’intrattenimento e nelle pratiche erotiche.

La musica aveva un ruolo importante nella convivialità simposiaca. Oltre all’aulòs si suonava la lira, il barbiton e la cetra. Sulle raffigurazioni vascolari compaiono più raramente il crotalo e piccoli tamburi.

Giovani coppieri mescolavano il vino all’acqua in grandi vasi, spesso all’esterno delle stanze del simposio, e mettevano il liquido dentro speciali brocche da vino, le oinochoe, e da queste in tazze per bere: l’elegante e prestigiosa kylix, lo skyphos, la kotyle, o più raramente e in epoca più tarda, il kantharos, la tazza dagli alti manici ricorrente nelle raffigurazioni dei rituali al dio Dionisio. 

Oltre al bere e al conversare, i convitati si dedicavano a vari intrattenimenti ludici, in genere indovinelli ed enigmi, o a giochi come quello del kottabo.

Approfondimento 1
Approfondimento 2
Approfondimento 3

 

Torna a Oλβος: dimostrazione della felicità