Acropoli di Atene

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L’Acropoli di Atene si può considerare la più rappresentativa delle acropoli greche. È una rocca, spianata nella parte superiore, che si eleva di 156 metri sul livello del mare sopra la città.

Prima dell’età arcaica non si sa molto degli edifici presenti sulla collina calcare dell’Acropoli; sappiamo che per la sua posizione strategica  e le sue difese naturali venne frequentata fin dal Neolitico (VI millennio a.C.) e, durante l’età micenea (XV-XIV secolo a.C.) divenne sede della residenza reale. La prima cerchia di mura “ciclopiche” (espressione tratta dalla mitologia che si riferisce ai Pelasgi, popolazioni primitive dell’Attica, indica le dimensioni particolarmente grandi dei loro elementi, che sono spesso superiori a 1 m) risale al 1270 a.C. circa.
Dopo l’invasione dei Dori (XII a.C.) la residenza dei re fu abbandonata.

 

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All’epoca della tirannide di Pisistrato risale la costruzione dei primitivi Propilei (5)  venne costruita la Via Sacra che portava all’Acropoli partendo dal quartiere del Ceramico. Forse venne anche costruito un primo tempio sul sito dove in seguito sorse il Partenone (1) infatti, attorno al 570-550 a.C. fu costruito un tempio chiamato convenzionalmente Hekatompedon (attorno al 500 a.C. l’Hekantompedon fu smantellato per fare spazio ad un tempio più grande, il “pre-Partenone”). Non si sa se questo edificio rimpiazzasse un tempio preesistente, un altare o un semplice recinto sacro. Probabilmente si trovava nel punto in cui poi sorse il Partenone essendo stati ritrovati frammenti di sculture calcaree e le fondamenta di un grande tempio incompiuto.

Tra il 529 e il 520 a.C. i Pisistratidi costruirono un nuovo tempio, l’antico tempio di Atena Poliàs (2), di solito chiamato Arkhaios Neōstra l’Eretteo e l’attuale Partenone. Questo edificio fu distrutto dai Persiani, che occuparono Atene nel 480 a.C. guidati dal re Serse. Finita la seconda guerra persiana, gli Ateniesi incorporarono molte parti del “Pre-Partenone” incompiuto (rocchi di colonne scanalate, triglifi, metope, ecc…) nel nuovo muro costruito sul lato nord dell’Acropoli, dove servivano da “memoriale di guerra” e sono tuttora visibili. L’Acropoli, grazie all’iniziativa di Temistocle e Cimone, fu ripulita dai detriti: le statue, gli oggetti di culto, le offerte votive e i membri architettonici irrecuperabili furono bruciati cerimonialmente in profonde fosse scavate sulla rocca e in questo modo andarono a formare un altopiano artificiale attorno al futuro Partenone. La cosiddetta “colmata persiana” è il più ricco deposito archeologico dell’Acropoli, scoperta durante gli scavi del 1886

Durante l’età d’oro di Atene (460–430 a.C.) l’Acropoli venne riedificata, a partire dal 447 a.C., per volontà di Pericle grazie all’opera di Fidia, un importante scultore ateniese, Ictino, Callicrate e Mnesicle, famosi architetti.

Nel corso dei secoli l’Acropoli è stata danneggiata numerose volte: prima i bizantini convertirono i templi in chiese e saccheggiarono i tesori, poi nel 1456, quando Atene fu conquistata dai turchi, il sito divenne una moschea e l’Eretteo fu utilizzato come harem del governatore turco.

L’episodio che più danneggiò l’Acropoli avvenne nel 1687 quando l’assedio dell’esercito veneziano provocò l’esplosione del Partenone, utilizzato dai turchi come polveriera. Il saccheggio fu completato nel XIX secolo da Lord Elgin, ambasciatore del re d’Inghilterra, che portò numerosi marmi in patria e che ancora oggi sono l’orgoglio del British Museum.

L’Acropoli è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1987.

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1.Partenone
2.Antico tempio di Atena Poliàs
3.Eretteo

4.Statua di Atena Promachos
5.Propilei
6.Tempio di Atena Nike
7.Via Panatenaica

 

Bibliografia