I marmi del Partenone

Le metope del Partenone sono i pannelli scultorei marmorei originariamente situati sulle pareti esterne del Partenone ad Atene, di cui costituivano parte del fregio. Originariamente erano novantadue: trentadue sui lati lunghi nord e sud e quattordici sui lati brevi delle facciate del tempio, esposte ad est ed ovest. La loro misura è di 125×120 cm circa, realizzate da Fidia e i suoi allievi, sono datate tra il 446 e il 440 a.C.

I soggetti rappresentati sono diversi, e, insieme con i frontoni ionici e la statua di Atena Parthenos contenuta all’interno del Partenone, costituivano un programma unitario di decorazione scultorea, esempio celeberrimo dell’altorilievo greco classico, anche se, stilisticamente, le metope sopravvissute, presentano tracce di stile severo (480-450 a.C.).

L’insieme di tutte le metope arrivava ad una lunghezza totale di circa centosessanta metri; di questi, ottanta sono ora esposti al Museo dell’Acropoli di Atene, in cui sono stati trasportati nel 2005 per proteggerli dal degrado. Cinquanta metri del fregio fanno invece parte delle collezioni del British Museum, costituendo la parte principale dei cosiddetti Marmi Elgin. I rimanenti trenta metri sono andati distrutti durante l’assedio veneziano del Morosini del 1687. Il Partenone era allora utilizzato come magazzino di polvere da sparo ed un colpo di bombarda veneziana lo fece esplodere danneggiando l’edificio e le sue preziose sculture.

I temi trattati sono quattro e simboleggiano la vittoria della razionalità umana sulla barbarie:

Metope est: Gigantomachia, ovvero la guerra contro i giganti:
Metope sud: Centauromachia, ovvero la guerra contro i centauri;
Metope ovest: Amazzonomachia, ovvero la guerra contro le amazzoni;
Metope nord: Iliopersis, ovvero la presa di Troia da parte dei Greci.

Altri temi scultorei significativi:

Lato est: Atena nasce uscendo dalla testa di Zeus;
Lato ovest: Atena gareggia con Poseidone per il dominio dell’’Attica. Poseidone fa scaturire dall’’Acropoli una fonte di acqua salata, Athena dona una pianta di ulivo, simbolo di pace e della Grecia. VInce Atena;
Fregio ionico continuo interno: processione per le feste Panatenaiche.

Metope est: Gigantomachia

Le quattordici metope orientali situate sull’ingresso principale rappresentavano le fasi finali della battaglia cosmogonica tra gli dei dell’Olimpo e i Giganti. La lotta si sviluppa attorno alla figura centrale di Zeus, seguito da Era sul carro. Il fratello Poseidone con il suo carro percorre l’isola di Nisiro passando sullo sconfitto gigante Polibote. Anche se la figura di Ercole non è ancora stato identificato dai frammenti rimasti, è quasi certo che l’eroe, il cui contributo alla vittoria degli dei dell’Olimpo fu significativo, era presente nelle metope. L’esito felice della battaglia è descritto nella scena di Helios (dio del sole) e del suo carro che passa nella notte. Le metope orientali sono in pessime condizioni, e l’identificazione della maggior parte delle figure è incerta.

 

Metope sud: Centauromachia

Battaglia che i Lapiti ingaggiarono contro i Centauri in occasione delle nozze di Piritoo: i Centauri, invitati alla festa ma non abituati a bere vino, si ubriacarono dando sfogo al loro lato più selvaggio.

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Le metope della parete sud illustrano la battaglia dei Lapiti contro i Centauri scoppiata durante le nozze di Pirito, re dei Lapiti, con Deidamia. Cerimonia alla quale prese parte il mitologico re ateniese Teseo, amico di Piritoo. Il mito riporta due versioni sulla vicenda: una versione del mito, ci dice che i Centauri, offesi per essere stati esclusi dalla celebrazione, attaccarono i Lapiti scendendo dalle montagne, mentre, secondo un’altra versione, durante la festa i Centauri, ubriacati dal vino al quale non erano abituati, reagirono violentemente mostrando la loro natura selvaggia. Il risultato fu una feroce lotta tra Centauri e Lapiti per evitare che i primi approfittassero delle donne dei secondi.

I centauri hanno volti con sembianze animali i cui disegni richiamano fortemente maschere teatrali. Sono mostrati indossare pelli di animali e armati con rami e bastoni. I Lapiti, invece, combattono nudi o indossando un clamide, molti di essi impugnavano una spada o una lancia realizzate in metallo (e andate perdute) e in alcuni casi usano scudi per proteggersi.

La presenza di utensili per la casa che vengono utilizzati anche come armi improprie da parte dei combattenti, indica una battaglia combattuta in casa. La morale del mito vuole sottolineare la superiorità del mondo civile sopra il disordine primordiale.

Nel 1687, una palla di cannone colpì il Partenone durante l’assedio da parte dei veneziani. Questo evento distrusse molte metope sul lato sud, soprattutto quelle centrali. L’esistenza di queste metope è ormai nota solo dai disegni di Carrey eseguiti nel 1674 e dai loro frammenti rimanenti.

Metope ovest: Amazzonomachia

Il soggetto delle metope occidentali è la leggendaria invasione di Atene da parte delle Amazzoni. Gli studiosi considerano queste metope, mostranti le amazzoni in abiti orientali, un riferimento alle guerre persiane.

 

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Metope nord: Iliopersis

Le metope della parete nord descrivono la guerra dei greci contro i troiani. Queste metope sono spesso riferite al sacco di Troia e descrivono la guerra di Troia. Solo 24 delle originarie 52 metope della parete nord sono giunte fino ai nostri giorni e sono esposte nel museo dell’acropoli di Atene.

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Bibliografia

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