Efebo di Crizio

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Efebo di Crizio, Museo dell’Acropili di Atene

L’Efebo di Crizio è un’opera in marmo alta 86 cm, realizzata e dedicata sull’acropoli di Atene intorno al 480 a.C. L’opera, fin dal suo rinvenimento, è stata accostata, su base stilistica, alla bottega di Crizio e Nesiote, e la sua importanza consiste nell’essere la più antica testimonianza del passaggio stilistico che determinò l’abbandono degli stilemi arcaici in favore di una struttura maggiormente organica della figura umana.

La statua è priva degli avambracci, del piede e della caviglia sinistra, della gamba destra e degli occhi. Risultano danneggiati il naso, il mento, le guance e il collo. Il torso presenta segni di usura dovuta ad esposizione soprattutto nella parte posteriore. La gamba destra è avanzata e rilassata, il peso del corpo è caricato sulla gamba sinistra e sempre verso sinistra si inclinano le anche. La testa è girata verso sinistra e leggermente inclinata verso il basso. Tutto il corpo, come rivela l’osservazione del profilo sinistro, è impercettibilmente inclinato in avanti. Il ginocchio destro è leggermente inclinato verso l’interno e si può intuire come il piede corrispondente fosse a sua volta posizionato obliquamente e poco avanzato rispetto al sinistro. La capigliatura dell’efebo, con i capelli corti e acconciati attorno ad un anello, presumibilmente metallico, appoggiato all’altezza delle tempie, non è comune prima del 480 a.C.

Il ginocchio piegato, la torsione del torso e della testa sono caratteristiche che, singolarmente, è possibile rilevare in alcune opere tardo arcaiche, ma nell’insieme la posa dell’efebo, con la sua avanzata comprensione dell’organica correlazione tra le parti del corpo, non è rintracciabile in nessuna delle precedenti opere conosciute. Malgrado l’evidente allontanamento dell’efebo dall’impostazione del kouros arcaico, allo stato delle conoscenze resta impossibile chiarire se ciò che avviene nell’Efebo di Crizio derivi da un prototipo preesistente, o se l’opera sia la prima manifestazione di ciò che verrà reso sistematico attraverso il canone policleteo. Le caratteristiche dell’Efebo di Crizio sono generalmente considerate attribuibili ad artisti abituati a lavorare con il bronzo: le dimensioni, comuni nei bronzi protoclassici, la superficie lucida e la resa fluida della muscolatura, assimilabili alla resa delle opere bronzee, gli occhi in pietra colorata o pasta vitrea, infine, il trattamento della capigliatura, che sembra derivare dall’arte della toreutica piuttosto che dalla scultura in marmo.

 

Bibliografia

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