La trottola

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Trottola del V secolo a.C.

Si è soliti pensare alla trottola come un gioco legato all’infanzia dei nostri nonni e genitori, ma era già nota in età omerica, (Il., xiv, 413).

Numerosi nomi (Βέμβηξ, βέμβιξ, ῥόμβος, στρόμβος, κῶνος) designano questi piccoli giocattoli. Per metterla in moto si avvolgeva con una lunga frusta e la si lanciava, strappando poi la corda con violenza per imprimerle un rapido movimento rotatorio; poi, appena essa cominciava a rallentare, le si davano dei colpi in modo da farla continuare a girare e correre il più a lungo possibile.

Numerosi poeti da Aristofane (Uccelli, 1465; Pace, 864), Platone (Rep., iv, 436 E), Callimaco (Epigr., i, 9) a Tibullo (i, 5, 3) e Virgilio (Aen., vii, 378) hanno nominato la trottola. Se ne è conservato un cospicuo numero; la maggior parte dei grandi musei ne possiedono. Una serie di vasi attici del V sec. mostra il loro uso da parte di bambini e bambine, a volte è Hermes stesso che vibra la frusta per muovere le trottole.

Il gioco della trottola nell’Epigramma 1, 9-10, di Callimaco:

Quelli, dei bambini, giocavano con rapide trottole
roteandole a colpi nell’ampio crocicchio.

Le rappresentazioni di giocatori di trottola appartengono tutte al V sec. a. C., tuttavia conosciamo trottole che risalgono a secoli precedenti, come ad esempio una trottola in terracotta, il cui cilindro e la cui punta sono decorati da semplici linee orizzontali parallele, conservata al British Museum, e che risale alla prima età arcaica. Altri esemplari si trovano al Louvre, l Museo Nazionale di Atene. Le trottole erano costruite nelle più varie grandezze e del più diverso materiale: pietra, bronzo, piombo e vetro. Talvolta la trottola è rigata da incisioni parallele, in cui veniva inserita la corda della frusta o semplicemente la cordicella fissata ad un dito, avvolgente la trottola. Non era necessario, però, incidere tutta la superficie della trottola; tra queste incisionivi era spesso una zona liscia decorata a viticci.

I Romani la chiamavano “turbo” e il gioco all’epoca era particolare: pare che si disegnasse per terra un grande cerchio diviso in dieci settori numerali, ad ognuno dei quali corrispondeva un punteggio. Lo scopo del gioco consisteva nel far roteare la trottola nel centro, raggiungendo così il massimo punteggio.

 

Bibliografia

 

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