Lo stile severo

Lo stile severo è una fase della scultura greca databile tra il 480 e il 450 a.C., ovvero il periodo di transizione tra l’arcaico maturo e il pieno classicismo.

Se lo stile arcaico si era formato nella definizione della linea di contorno che racchiudeva la figura, nello stile severo sono gli elementi anatomici ad assorbire l’attenzione degli artisti soprattutto per quanto riguarda la loro funzione all’interno della struttura corporea; non sono i lineamenti esterni che interessano, i particolari o le manifestazioni contingenti, ma i meccanismi interni che determinano l’equilibrio delle forme esterne, con una concentrazione che conduce, per conseguenza, all’eliminazione di ogni accenno decorativo.

Parallelamente alla ricerca di un maggiore realismo anatomico nelle singole figure, si sperimenta una minore rigidità nella disposizione delle figure nello spazio e nei rapporti spaziali tra una figura e l’altra.

Tra gli scultori il materiale prediletto era il bronzo: le statue bronzee ottenute con la tecnica della fusione a cera persa riproducono esattamente i modelli in terracotta o argilla e questo materiale rendeva possibile una sperimentazione compositiva e formale altrimenti impensabile.

Per quanto riguarda la figura isolata il passaggio dall’età arcaica all’età severa appare evidente in opere come la kòre di Euthydikos, il cosiddetto Efebo biondo e l’Efebo di Crizio.

Tra i grandi bronzi sopravvissuti, il più famoso è l’Auriga di Delfi.

 

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