Cavaliere Rampin

Il Cavaliere Rampin è una statua equestre arcaica in marmo, (h. 123 cm) e divisa in due pezzi: corpo e resti del cavallo (h 110,5 cm) si trovano nel Museo dell’Acropoli ad Atene, la testa (che ad Atene è un calco) si trova invece nel Louvre di Parigi.

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La testa del cavaliere fu ritrovata sull’Acropoli di Atene nel 1877, dove fu acquistata dall’omonimo diplomatico francese e poi donata al Louvre. Dieci anni dopo furono ritrovate anche le altre parti del corpo del cavallo e del cavaliere nella cosiddetta colmata persiana; la testa non fu unita al resto della statua fino al 1936.

L’opera fu pensata originariamente come parte di un gruppo statuario, forse in coppia con un altro cavaliere.

Jurgen Kleine ritiene si trattasse dell’anathema che Pisistrato fece innalzare sull’Acropoli dopo la battaglia di Pallene del 546 a.C. alla quale parteciparono i suoi figli, o forse venne eretta in onore di uno dei sue due figli vincitori di un agone.

Altri studiosi, tra i quali H. Payne, hanno pensato al vincitore di una gara equestre, come farebbe pensare la corona di levistico o quercia che porta il cavaliere e che era vinta ai giochi di Nemea e ai giochi istmici.

La statua presenta tracce di vernice rossa e nera. Il cavaliere evidenzia diverse caratteristiche tipiche del kouros attico, come le spalle larghe, i fianchi dritti e rigidi, la vita alta e stretta, ma è definito entro una migliore resa anatomica, soprattutto nel petto ampio e nella schiena resa più plasticamente, piuttosto che basandosi su effetti lineari. Il viso è quasi un’opera di toreutica, così impreziosito da una capigliatura a perline e finissimi riccioli e ornata da una coroncina di foglie di quercia o levistico. La barba inoltre anima la superficie di minute, vibranti luci e ombre.  Altre particolarità asimmetriche non risultano essere convenzionali nell’età arcaica. La vitalità del fanciullo appare nuova, con una maggiore naturalezza data dal dorso incurvato leggermente verso il cavallo e soprattutto dalla torsione della testa che diverrà tipica in seguito per questo tipo di statua.

 

Bibliografia

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