English summary
In questo Museo Virtuale si vuole approfondire uno degli aspetti più significativi dell’arte: la capacità di trasmettere i valori caratterizzanti di una civiltà anche a distanza di molto tempo attraverso il dato materiale.
Nella I Sala verranno presi in esame i due tipi cardine dell’arte greca arcaica, i kouroi e le korai, statue innalzate come offerte votive in onore degli Déi nei santuari o usati come segnacoli tombali (sèma).
Questo tipo statuario esalta soprattutto la giovinezza fisica come culmine della felicità umana, nel contempo però ne fa trasparire la brevità e la fragilità.
I kouroi, al singolare kouros, “ragazzo”, sono sculture greche del periodo arcaico, la cui produzione inizia intorno alla metà del VII secolo a.C. e la cui impostazione risente della statuaria egizia e del Vicino Oriente.
Il kouros raffigura un giovane uomo, nudo, le cui forme anatomiche perfette corrispondono alla sua perfezione morale, secondo il concetto della Kalokagathia (kalos “bello” e agathos“buono”). In posizione eretta e stante, le braccia stese lungo i fianchi, le mani serrate a pugno, la gamba sinistra lievemente avanzata.
La nudità del kouros è l’espressione figurativa dell’ideale arcaico di èlite aristocratica, che basa il proprio valore sulla virtù agonistica (e quindi militare).
Le korai, al singolare kore, “ragazza”, sono sculture rappresentanti una giovane donna vestita di chitone con sopra l’himation. La figura è stante, a piedi uniti; il braccio sinistro, lungo il fianco, è impegnato a sorreggere un lembo del chitone, mentre il destro si solleva contro il petto reggendo nel palmo della mano un’offerta. Variamente interpretata come generico simbolo di devozione, raffigurazione di Atena o memoria del servizio prestato alla Dea da parte delle fanciulle ateniesi.
Chiaramente ispirate dalla statuaria egizia nella rigida frontalità della figura, nello schema della gamba sinistra avanzata e delle braccia lungo i fianchi e nella lettura per piani dell’anatomia umana, le sculture arcaiche rifiutano caratteri individuali nel volto, ma tendono a una assoluta idealizzazione dei tratti somatici.