Kore di Nikandre

La kore di Nikandre, è una statua votiva greca di stile dedalico (h. 180 cm; profondità 17 cm) scolpita in marmo di Nasso ed eretta nel santuario di Artemide a Delo, intorno al 650 a.C. Ritrovata durante gli scavi del santuario nel 1878 è conservata nel Museo archeologico nazionale di Atene.

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Kore di Nikandre, 650 a.C., Museo archeologico nazionale di Atene

La datazione è stata assegnata in base allo stile e alla paleografia dell’epigrafe scolpita nella parte inferiore sinistra del peplo. Nel momento del ritrovamento la statua era divisa in due pezzi all’altezza della vita, entrambe le braccia erano spezzate vicino al gomito, lungo la stessa linea di rottura. L’avambraccio sinistro è mancante; porzioni di entrambe le mani sono conservate nei punti in cui sono aderenti ai fianchi. La superficie presenta macchie e incrostazioni di colore variabile dal rosso bruno al grigio chiaro, ed è fortemente erosa e graffiata. L’iscrizione dedicatoria invece è bene conservata:

«Nikandre mi dedicò alla [dea] che colpisce da lontano e gode delle frecce;
la figlia di Deinodikes il nassio, eccellente fra le altre,
sorella di Deinomenes e moglie di Phraxos».

Si pensa che Nikandre fosse stata una sacerdotessa di Artemide presso il santuario di Delo e che la statua sia stata dedicata nel momento del suo matrimonio, per prendere congedo dal servizio, e che rappresenti o Artemide o la stessa Nikandre.

 

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Entrambe le mani presentano buchi da trapano, per una profondità di 6 mm, i quali contenevano probabilmente aggiunte in metallo, forse doni per gli dei o attributi che avrebbero aiutato, se conservati, nell’identificazione.

La statua ha i capelli in stile dedalico che si dividono in due grandi masse e che si diffondono sulle spalle; le trecce sono articolate su tutti i lati con solchi verticali e orizzontali. Le braccia ed i piedi sono attaccati al busto e i piedi sono visibili sotto la gonna ma non ne fuoriescono. La sottigliezza e la grave erosione rendono i tratti del viso a malapena riconoscibili.

È probabile infatti che una lunga tradizione di grandi sculture in legno (xoana) si trovi dietro alla statua in marmo di Nikandre e alla sua bidimensionalità. Le proporzioni sono conformi al canone egiziano ed è probabile che sia stato l’intensificarsi dei contatti con la cultura egiziana, a partire dal 664 a.C. circa a provocare l’impulso di trasporre gli xoana in legno nel marmo locale. La tradizione delle statue di culto in legno, quelle cui fanno riferimento le fonti letterarie, continuò per tutto il VII secolo a.C.

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